Come vivono i bikers colombiani in Italia : Lo racconta Jhon Jairo Botero

L' Italia è il sogno dei ciclisti colombiani, quì arrivano i più forti che solitamente si fanno valere e sono molto competitivi. Lo racconta il corridore più anziano dei colombiani, Botero che è in Italia dal 2006 ed ha corso in quattro squadre, quindi ha una grande esperienza.

 

Il Campionato del mondo cross country si è concluso da pochi giorni in Svizzera, per questo motivo in questo ultimo periodo abbiamo visto diversi corridori della Colombia correre nella gare in Italia. Non ci riferiamo a quelli che corrono per squadre italiane ma agli altri, ad esempio a Leonardo Paez e Mario Alberto Rojas (entrambi in Italia fino al 2010) che l' ultima domenica di luglio avevano corso alla Folgaria Megabike oppure allo stesso Paez che alla Marathon Bike della Brianza è stato battuto in volata da Johnny Cattaneo. Oppure a Angela Parra che corre in Francia con il team Gitane e domenica alla Clavierissima a stracciato tutte le avversarie. E quando arrivano nel nostro paese corridori i colombiani sono sempre competitivi e di alto livello. Vi è un forte legame grazie anche al fatto che l' allenatore della nazionale della Colombia è allenata dall' italiano Andrea Bianco.



Adesso ne abbiamo quattro che corrono tutti per il team Trek Stihl Torrevilla (Botero Salazar, Rendon Rios, Chia, Botero Villegas), il più anziano di tutti Jhon Jairo Botero Salazar, che è in Italia dal 2006 ci spiega come si trovano nel nostro paese, che ha dato loro l' opportunità di crescere professionalmente.

Ciao  Jhon  tu sei il corridore colombiano che da più tanti anni corre in Italia, ci puoi spiegare chi sei ?


Mi chiamo Jhon Jairo Botero (nella foto a sinistra, affiancato da Eddie Rendon Rios), sono uno sportivo colombiano che si dedica alla mountain bike da 17 anni, questo sport è la mia professione. Potrei dire che è quasi la mia vita, la lotta continua per questo sport, le mie capacità , la forza di volontà e la mia dedizione al lavoro mi hanno permesso di essere qui in Italia. E' il paese dove molti corridori colombiano sognano di poter correre, ma per arrivarci bisogna avere in testa questo obiettivo, fare grandi piazzamenti e sacrificarsi molto per  poter raggiungere questo traguardo. Correre in Italia. Come persona sono  molto estroverso, molto esigente nella mio lavoro (correre in bici), mi dedico anima e corpo per raggiungere i miei obiettivi e sono molto perseverante. Penso di aver la capacità di aiutare le persone che hanno bisogno del mio aiuto, ai quali penso di saper dare buoni consigli.


Questo è il tuo lungo ....nome Jhon Jairo Botero Salazar, che per gli italiani è troppo lungo, due nomi poi due cognomi ? Puoi spiegare perchè in Spagna e in tutto il Sudamerica sul documento scrivete.... Jhon Jairo Botero Salazar (e Jhon si scrive correttamente così, non come in inglese John)

Mi fa un po' ridere la domanda, direi che ogni paese ha i suoi usi e le sue abitudini. In Colombia si possono trovare cognomi semplici e composti. Questo dipende dalla formazione morale e dalle tradizionale dei tuoi genitori. Sicuramente i colombiani hanno due cognomi, il primo è quello del padre (Botero), il secondo quello della madre (Salazar). Molte volte per tradizione alcuni cognomi ci permettono addirittura di riconoscere la posizione economica di molte famiglie.


Quando e come sei arrivato in Italia ?


Sono arrivato in Italia nel 2006 e come potete vedere sono ancora qui, grazie alle buone opportunità che ho avuto dalle squadre italiane. Arrivai grazie alla fiducia che aveva in me il mio allenatore Andrea Bianco, lui che è italiano (è l' allenatore della nazionale colombiana) aveva contatti in  Italia. Adesso sono ancora qui dopo tanti anni. Il tutto grazie ai risultati che sono riuscito ad ottenere nelle gare.


Con quante squadre hai corso e qual' è la tua squadra attuale ?


Ho corso in quattro squadre: Protek, Lee Cougan, Novagli Bike team, adesso corro per il team Trek Stihl Torrevilla.


Qual' è la gara più bella che ti ricordi sia in  Colombia che qui in Italia e anche il percorso di una gara italiana che ti piace molto ?

Sicuramente quando nel 2000 a Porto Rico diventai campione panamericano, fu una grande esperienza che mi diede grande fiducia nei miei mezzi. In Italia direi la Folgaria Megabike.


Puoi dirci chi sono i tuoi tre compagni di squadra,  specificando quando sono arrivati e la loro principale caratteristica?

 

Eddie Andres Rendon Rios è da due anni in Italia, lo potrei definire come un grande lottatore, capace di superare tutti gli ostacoli per vincere.  E' forte nelle volate.

Jhonatan Botero Villegas: E' mio nipote, è arrivato quest' anno in Italia a metà stagione. Questo grazie all' opportunità che gli ha offerto la mia squadra il team Trek Stihl Torrevilla.  Diciamo che è in prova, è un corridore sicuramente con molto talento. 

Jaime Yesid Amaja Chia: E' arrivato assieme a mio nipote, è molto forte e ha un grande futuro,  credo sia adatto a granfondo e corse a tappe.  


Dove vivete ?


A Monticello Brianza in provincia di Lecco.


Ci spieghi la Vostra giornata tipica durante la settimana ?


Ci alziamo, facciamo colazione e a seconda del piano di allenamento, nella mattinata facciamo una uscita di 3 ore. Poi a casa per preparare il pranzo. Nel pomeriggio ci riposiamo e alla sera c'è anche la  cena da preparare .  Ovviamente come tutti i ragazzi, usciamo  anche per conoscerci meglio tra di noi.  


Perché alcuni corridori colombiani sono ritornati a casa, mi riferisco a Leoardo Paez oppure Mario Alberto Rojas o Julian Becerra Medina ?
 

Penso si sia trattato di una decisione professionale (Paez corre per una squadra di professionisti su strada), visto credo che l' Italia è il paese ideale dove si possa formare un ciclista professionista.  Purtroppo in Colombia il ciclismo è poco considerato, proprio per questo motivo i corridori sperano di andare all' estero.  Però quando fai grandi risultati in Colombia ti si aprono tutte le porte, anche quelle che prima erano chiuse. E' un peccato perché è difficile crescere come corridore in Colombia, magari dopo che ti sei fatto notare in Italia, improvvisamente in Colombia iniziano a cercarti.


Qual' è il problema più grande che trova un ragazzo che è appena arriva dalla Colombia e si trova Europa a correre, quindi lontano dalla casa ?


E' difficile lasciare la famiglia e c'è la paura di affrontare un mondo nuovo e sconosciuto.  Questo però passa alla svelta, perché se hai la voglia e il coraggio di cercare il risultato, questo è il più piccolo dei problemi, per raggiungere il nostro obiettivo di corridori. La vittoria alle gare. Certo non è facile e il livello dei corridori è alto. Poi per noi è molto importante l' appoggio della nostra famiglia.


La cucina colombiana è  molto diversa da quella italiana ? Voi adesso come mangiate, colombiano o vi siete adattati alla cucina italiana ?


Abbiamo differenti tradizioni, è normale tra una nazione e l' altra. Il mangiare è solo uno degli aspetti, ma è facile poi adattarsi. Certo ogni tanto ci mancano alcuni nostri piatti come la bandejita. Io adesso sono diventato un esperto nel preparare la pasta.


Cosa ti piace e cosa non ti piace dell' Italia ?


Mi piace la cucina italiana, i vostri paesaggi e la passione della vostra gente per i ciclismo. Però non mi piace la gente che si interessa solo delle sue cose e non si guarda intorno e magari non saluta nemmeno il vicino di casa.


Che cosa dovrebbe assolutamente  vedere un turista italiano in Colombia ?


Dovrebbe vedere Cartagena, la città antica che ci mostra il nostro vero stile di vita, il nostro passato e le nostre radici culturali. 

 

Jhon ti ringraziamo per il tempo che ci hai dedicato.

 

Altre News