MONDRAKER PODIUM RR SL: L'HARDTAIL DI SERIE PIÙ LEGGERA AL MONDO È UNA VERA MOUNTAIN BIKE?

La Mondraker Podium RR SL ha un telaio da 775 gr e un peso di poco più di 8kg per la bici 2025 completa, in pratica aspira ad essere la mtb hardtail di serie più leggera attualmente sul mercato, e senza troppo sforzo, ma è una bici che nel 2025 ha ancora un senso? Lo abbiamo cercato di capire utilizzandola per 2 mesi.

La Mondraker Podium RR SL è una di quelle bici che, anche solo sollevandola da terra, racconta molto di sé. Non bilance per capire che ci si trova di fronte a qualcosa di eccezionalmente leggero, basta guardarla.

 

test mondraker podium rr sl 2025

 

Se poi la si mette sulla bilancia il numero che compare è di quelli davvero eccezionali per una MTB out-of-the-box: 8 kg in taglia M, montata senza pedali e portaborraccia, 8,3  kg con portaborraccia e inserto Andreani Pac Evo Lite al posteriore.  

 

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Numeri che avvicinano questa mountain bike da cross country ai valori delle bici da strada, anzi la Mondraker RR SL è risultata più leggera di molte gravel che abbiamo testatoUna leggerezza che però non cede particolarmente a scelte estreme o compromessi critici in termini di affidabilità, perchè qui siamo saliti in sella a una MTB vera e propria.

 

 

TELAIO STEALTH AIR, LO STESSO ANCHE PER LE ENTRY LEVEL

Il telaio, che con i suoi 775 grammi dichiarati è uno dei più leggeri mai prodotti in serie, è il cuore tecnologico della Mondraker Podium RR SL. Realizzato in carbonio Stealth Air con tecniche di stratificazione altamente tecnologiche, si distingue anche per una nuova impostazione estetica: abbandonata l'iconica "chepa" con attacco integrato di Mondraker, per abbracciare un design più classico e sobrio.

 

 

La cosa più importante, e distintiva per tutte le biciclette Mondraker, è che il telaio è condiviso con gli altri tre modelli della gamma Podium, questo vuol dire che il modello top di gamma da 11k e quello base da 3.599 hanno lo stesso identico telaio. Il vantaggio? Anche il modello base permette di accedere a un telaio da record, lasciando margini di upgrade futuri senza dover cambiare la struttura portante della bici.

 

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GEOMETRIA E TELAIO: PIÙ CONVENZIONALE, MA NON MENO EFFICACE

Come da tradizione Mondraker, la geometria è Forward Geometry: tubo orizzontale lungo, attacco manubrio corto (60 mm in taglia M), reach di 444 mm in taglia M che è tra i più lunghi in assoluto per una front e angolo sterzo di 68,5°. 

 

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Un mix pensato per combinare precisione con una guida reattiva nei tratti più stretti, non a caso la scelta è quella di una forcella da 100mm, la leggerissima Fox 32 con archetto rovesciato.  Non è una hardtail new school pensata per essere comoda e "morbida" questa è una race machine pensata per chi pedala forte in salita e sa dove e come mettere le ruote in discesa.

 

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Il fatto che sia pensata per le gare si vede anche da alcuni dettagli: nessun passaggio cavi totalmente interno, niente blocco sterzo, e il movimento centrale filettato.

 

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MONTAGGIO MONDRAKER PODIUM RR SL IN TEST

Abbiamo provato una taglia M della Mondraker Podium RR SL, taglia ideale per il nostro Sabba da 178cm e sella a 75cm, mentre quando l'abbiamo fatta provare al Malpez, da 173 cm, l'ha trovata leggermente lunga

 

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Il montaggio è il top di gamma 2025 al quale abbiamo aggiunto, componente ormai "mai più senza" per noi di PiantaMTB.it, i pedali con powermeter SRM X-Power che ci permettono di comparare la spinta in modo effettivo e senza modifiche tra tutte le bici che testiamo.

 

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MONTAGGIO COMPLETO


Telaio: Podium 29 Stealth Air Carbon, Forward Geometry XC; movimento centrale BSA; tubo sterzo conico; passaggio cavi interno HHG; perno posteriore Boost 12 × 148 mm; design trasmissione 1× dedicato; compatibile freno Flat-mount.
Forcella: Fox 32 Step-Cast Float SL EVOL Factory Kashima, GRIP SL, 100 mm; attacco conico; perno Boost 15 × 110 mm; blocco remoto; offset 44 mm. Regolazioni: lock-out, micro-regolazione compressione basse velocità, ritorno, precarico aria.
Serie sterzo: ONOFF IS42/IS52 con cuscinetti sigillati (1 ?"-1 ½").
Attacco/manubrio integrato: ONOFF S9 Carbon, larghezza 760 mm, stem 55mm, backsweep 8°, upsweep 0°. 
Manopole: Ergon GXR.
Reggisella: ONOFF S9 Carbon 0-R, Ø 27,2 mm, lunghezza 400 mm.
Sella: Fizik Vento Argo 00 Carbon.
Freni: Trickstuff Piccola Carbon con pinza in lega 7075-T6 CNC; rotori Galfer Wave Centerlock 160 mm; leve carbonio con cuscinetti perno.
Ruote: DT Swiss XRC 1200 Carbon Spline 29, larghezza interna 30 mm, hookless, tubeless ready, 28 raggi. Mozzi DT180
Coperture: Maxxis Aspen ST 29 × 2.40, mescola Maxx Speed, protezione EXO, tubeless ready, 170 TPI, pieghevole.
Guarnitura/pedivelle: SRAM XX SL Carbon Eagle T-Type, CL 55, corona 34 T CNC X-SYNC 2; 175 mm.
Movimento centrale: SRAM DUB BSA 73 mm, cuscinetti sigillati.
Catena: SRAM XX SL Eagle T-Type 12 v (Powerlock).
Cambio: SRAM XX SL Eagle AXS T-Type 12 v.
Comando: SRAM Eagle AXS Pod Ultimate 12 v.
Cassetta: SRAM XS-1299 10-52 T T-Type 12 v.
Peso (senza pedali): 8 kg

Prezzo: 10.999 euro

 

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COMPORTAMENTO SUL CAMPO: UNA SPADA, MA PIÙ COMODA DEL PREVISTO

Saliti in sella, la Podium RR SL conferma le sue promesse: rigidità, reattività e leggerezza si traducono in accelerazioni fulminee, trazione precisa e un comportamento secco e preciso nei tratti tecnici.

 

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La posizione è piuttosto aggressiva, ma non particolarmente bassa e la geometria tradizionale fa sentire a casa chi è abituato a pedalare su una HT. Ma ciò che non ci si aspetta è la capacità del telaio di filtrare le vibrazioni. Ok, non è un telaio "morbido" come può essere una Trek Procaliber o una Orbea Alma, che hanno sistemi studiati proprio per "smorzare" il terreno, ma per essere una front racing "dura&pura" il comfort è molto più alto di quello che si saremmo aspettati.

 

Il merito va anche al tubo sella da 27.2 mm ONOFF Helium Carbon. Questo reggisella presenta una sezione piatta nella zona centrale, che consente una leggera flessione utile a smorzare vibrazioni e piccoli impatti.. Le ruote DT Swiss 1200 con mozzo 180, leggere, ma non particolarmente rigide radialmente contribuiscono ad aumentare la sensibilità sui fondi irregolari.

 

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Nel test su trail veloci con fondo compatto, la bici si è dimostrata estremamente agile e precisa nei cambi di direzione, perfetta per una guida fluida e redditizia in gara. Nei tratti tecnici e spezzati, il carro posteriore lavora piuttosto bene, non è troppo secco, la bici non tende a saltellare troppo, il che permette di avere trazione anche in condizioni difficili.

 

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Il comfort, per essere una hardtail racing, è più che accettabile, e sul posteriore si percepisce una trazione efficace anche sui tratti sconnessi. Anche dopo 3 ore di riding la schiena è ben messa e non dolorante come capita con altre HT, ma sempre a patto di essere ben allenati anche nel core per dare sostegno alle braccia che tendono a stancarsi un po' di più. 

 

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IN DISCESA SERVE MANICO

In discesa  è naturalmente una bicicletta più difficile di altre da condurre alle alte velocità, molto precisa e "dritta", nel tecnico forte serve una buona dose di capacità di guida per tenerla dove deve stare, ma la sua rigidità laterale permette anche cambi di traiettoria fulminei, cosa che permette di risolvere errori di guida, sempre a patto di avere la capacità di accorgersi di un errore prima di essere per terra.

 

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FRENI TRICKSTUFF PICCOLA: BELLI, LEGGERI, MA PER ESPERTI

Sebbene i Trickstuff Piccola C22 si tratti di un impianto a due pistoni, la potenza frenante è notevole. Merito del rapporto tra la leva e la pinza, che produce una pressione elevata con una forza applicata minima. La modulazione è fluida, progressiva, molto "controllabile" in ogni situazione.

 

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Anche su trail veloci e tecnici, i Trickstuff Piccola riescono a rallentare in modo deciso senza bloccare le ruote, mantenendo grip e precisione. La corsa della leva è regolabile su un range di 41 mm, e il feeling è molto diretto, quasi "da freno meccanico", con pochissimo gioco.

 

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Nonostante questo, in situazioni di frenata prolungata, come lunghe discese alpine, abbiamo sentito l'esigenza di aumentare il diametro del disco anteriore a 180 mm per avere maggiore sicurezza nella dissipazione del calore e una frenata più progressiva.

 

I Trickstuff Piccola danno il meglio di sé se abbinati a dischi adeguati. Nella configurazione base con dischi da 160 mm, su percorsi nervosi e con forcelle rigide o da 100 mm, si può avvertire un leggero chattering dell'anteriore, soprattutto in frenata brusca su fondi compatti o sconnessioni ripetute.

 

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Questo effetto, tipico di impianti ad alta potenza con dischi sottili, può essere mitigato usando dischi da 180 mm con uno spessore maggiore (es. 2.0 mm anziché 1.8 mm), che aumentano la rigidità torsionale e riducono vibrazioni e fischi. È un aspetto importante da considerare nel setup, specie per chi usa telai o forcelle in carbonio con rigidità laterale molto alta. 

 

Il sistema idraulico è sigillato e ottimamente realizzato, ma come tutte le componenti high-end richiede più cura e manutenzione rispetto a un impianto più tradizionale. I Trickstuff Piccola C22 sono freni fuori dagli schemi. Leggerissimi, potenti, modulabili e costruiti con una precisione quasi chirurgica. Ma per essere sfruttati al meglio richiedono scelte consapevoli, soprattutto a livello di dischi e compatibilità con la forcella.

 

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Perfetti per bici da gara XC e marathon, non sono però un set & forget: vanno regolati, abbinati e "ascoltati", ma se trattati con attenzione offrono sensazioni di frenata che pochi altri sistemi riescono a dare. In sintesi: non per tutti, ma per chi sa cosa vuole.

 

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GOMME SUPER SCORREVOLI, MA NON PER TUTTI

Gli pneumatici montati di serie sono dei Maxxis Aspen ST 29x2.4" con carcassa da 170 TPI, gli stessi usati dai piloti ufficiali Maxxis in Coppa del Mondo: ottimi per scorrevolezza, ma forse un po' troppo slick se si ha uno stile di guida aggressivo o si pedala su fondi molto rocciosi. 

 

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Nel corso delle prove su terreni asciutti, il Maxxis Aspen ST si è rivelato una scelta estremamente veloce. La scorrevolezza estrema è una delle sue qualità principali, con un comportamento che si avvicina molto a quello di uno pneumatico slick, ma con un grip sufficiente a gestire le pendenze moderate e le curve strette. Durante le discese più compatte, lo pneumatico non ha mostrato segni di instabilità, mantenendo un buon livello di controllo.

 

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La trazione del Aspen ST è molto buona su terreni compatti e asciutti, ma in condizioni più particolari, come terreni bagnati o umidi, si è fatta notare una leggera perdita di aderenza sui laterali, dove il grip non è eccezionale. La capacità di frenata, purtroppo, non è una delle sue forze principali: durante le prove, la frenata su tratti ripidi o fangosi ha evidenziato una risposta più lenta rispetto ad altri pneumatici, specialmente in curva.

 

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Sono pneumatici per biker esperti, che sanno guidare e non si spaventano se la gomma perde un po' di aderenza in curva, ma tengono ben saldo il manubrio e seguono fiduciosi la propria traiettoria.  Chi ama forzare in discesa potrebbe preferire una copertura leggermente più robusta, il consiglio è sempre quello di utilizzare un inserto antiforatura, soprattutto al posteriore, anche a costo di qualche grammo in più.  

 

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COMPARAZIONE CON UNA GRAVEL: DOVE FINISCE L'XC, DOVE INIZIA IL GRAVEL

In tanti ci avete scritto nei commenti sui social: "Bella gravel!" In realtà la Podium è una MTB a tutti gli effetti. Mettere a confronto una hardtail da gara come la Podium RR SL con una bici gravel può sembrare forzato, ma non lo è se pensiamo all'uso crossover che molti biker fanno oggi.

 

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Rispetto a una gravel in carbonio, come ad esempio la Cannondale SuperX che abbiamo pedalato in contemporanea alla Podium, la bici spagnola risulta più leggera (8.3kg contro 8.5kg), rigida e scattante.

 

Nei tratti in salita su fondo dissestato l'efficienza della MTB è superiore, tuttavia, su lunghi tratti scorrevoli, specialmente se in piano o con dislivelli contenuti, la posizione più raccolta e aerodinamica della gravel risulta davvero più vantaggiosa. 

 

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Sul tecnico leggero (ghiaie, trail battuti, strade forestali), la Podium offre una sicurezza superiore grazie alla forcella ammortizzata e agli pneumatici da 2.40", contro i 40-45 mm delle gravel, che però richiedono meno watt espressi per spingere la stessa velocità. Se l'obiettivo è l'avventura, il bikepacking o la lunga distanza, la gravel rimane più versatile grazie alla possibilità di montare accessori, portapacchi e a una geometria più rilassata.

 

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Inoltre la Podium è  pensata per le gare e la posizione è aggressiva, cosa che sopra le 3 ore di uso si inizia a farsi sentire se non si ha una parte alta del corpo, core e schiena, ben allenati e abituati a molte ore su una Ht racing.

 

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Nonostante quello che in tanti ci hanno scritto, una HT di questo tipo, rimane, per noi, una bici da "GASAPERTO", da watt elevati e soprattutto da chi sa guidare davvero e non vuole mezzi termini, il minimalismo assoluto per spingere sempre e comunque. 

 

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COSA CAMBIEREMMO?

La Mondraker Podium RR SL è una "racing machine" pura quindi qualsiasi cambiamento andrebbe a snaturarla, a renderla una bicicletta diversa da quello che è. Certo così montata non è la "nostra" bicicletta, fosse per noi metteremmo reggisella telescopico, una forcella da 34 e gomme con maggiore grip, ma non sarebbe più la Podium RR SL. Chi vuole questa bicicletta la vuole così, senza mezzi termini, senza compromessi. Chi vuole altro può acquistare il solo telaio e montarla  "A la carte".

 

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QUANTO PESA?

La Podium RR SL ha un peso di 8,3kg senza pedali, con porta borraccia e inserto posteriore.

 

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QUANTO COSTA?

La Podium RR SL ha un prezzo di listino di 10.999 euro.

 

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A CHI LA CONSIGLIAMO?

La Mondraker Podium RR SL è una bici per puristi, per chi non vuole mezzi termini, per chi lascia i compromessi agli altri. Una Hardtail pensata per chi cerca prestazioni assolute in salita. Non è una bici da tutti i giorni e forse neanche da tutti, ma una vera macchina da competizione, dove ogni grammo è stato ottimizzato senza sacrificare l'affidabilità. Perfetta per gare come la Hero Dolomites, la Dolomiti Superbike, ma anche per qualcosa di un po' più speziato come la Alta Valtellina Bike Marathon, sempre a patto di avere una buona capacità di guida e un fisico allenato per sopportare 6 ore in sella a una Hardtail.

 

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Pur non essendo la più confortevole delle hardtail, sorprende per la sua capacità di assorbimento, ed è un esempio di come il carbonio possa essere usato per migliorare la qualità della guida, non solo per limare il peso. Una bici più aggressiva per divertirsi sui trail dove si deve accettare qualche limite in termini di comfort e versatilità. Una bici estrema, ma equilibrata. E, sì, davvero leggera.

 

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La Mondraker Podium RR SL è una hardtail estremamente leggera e progettata con intelligenza. Non è pensata per tutti, ma chi cerca una bici essenziale troverà qui una compagna perfetta. Certo, il prezzo è alto, soprattutto per una hardtail, ma la componentistica non è di quelle mainstream, qui siamo già nell'area d'interesse "IronLight". Chi punta a un budget più contenuto può guardare al modello base (3.999 euro) e costruire con calma la propria Podium da sogno.

 

Per informazioni: mondraker.com

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